A Rovereto per la prima volta ricostruita parete addominale con i muscoli della gamba

Per la prima volta al mondo all’ospedale di Santa Maria del Carmine di Rovereto è stato effettuato un importante intervento di ricostruzione integrale della parete addominale utilizzando i muscoli gracili della coscia effettuato su di un giovane paziente affetto da una sindrome congenita.
 Questo delicato intervento è stato effettuato su di un giovane paziente affetto dalla Prune Belly Syndrome (la cosiddetta “sindrome della pancia a prugna”) che si verifica solamente in un caso su 40mila nascituri , con una sopravvivenza dopo l’infanzia di circa il 30%.

In letteratura scientifica sono riportati , affetti da questa patologia, solamente meno di 350 casi al mondo.

In particolare questi pazienti convivono con un addome rivestito interamente da una sottile membrana fibrosa senza i muscoli retti e della quasi totalità dei muscoli laterali. L’addome , quindi, prende la forma di un sacco semi-sgonfio e grinzoso.

La patologia comporta una malformazione del tratto urinario, criptorchidismo e un’assenza della parete muscolare.

L’équipe che lo ha operato era formata, sia da medici e personale delle unità operative di chirurgia generale e di anestesia e rianimazione che da medici dell’unità operativa di ortopedia.
L’intervento effettuato a Rovereto – spiega Alessandro Carrara, direttore dell’Unità operativa di chirurgia – consiste nella trasposizione dei muscoli gracili della parte mediale della coscia (che hanno una funzione trascurabile nell’economia della dinamica degli arti inferiori) preservandone però l’innervazione e la vascolarizzazione dai peduncoli vascolari superiori, per andare a sostituire completamente l’assenza dei muscoli retti. I gracili vengono disconnessi dall’inserzione al livello del ginocchio, ruotati in alto, fatti passare in un tunnel sottocutaneo inguinale per essere inseriti nelle guaine disabitate dei retti ed infine ancorati alle arcate costali subito in prossimità della xifoide sternale. Successivamente viene ricostruito il corsetto addominale“.

L’intervento – ha proseguito Carrara – ha richiesto una prima procedura ad aprile di quest’anno, in anestesia generale, per legare i peduncoli vascolari inferiori dei muscoli gracili e della cute periombelicale e, successivamente, un secondo intervento a distanza di due mesi, durato oltre 5 ore, per la trasposizione dei muscoli e la ricostruzione della parete addominale. Per portare a termine la procedura ho richiesto la collaborazione del direttore dell’unità operativa di ortopedia Fabrizio Cortese».

Questa tecnica utilizzata apre, così, a nuovi scenari di cura anche per tutti quei pazienti che hanno un difetto della parete addominale non più trattabile con le tecniche attualmente in uso.

Grazia Crocco

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