In questo periodo di guerra e di minacce alla sicurezza internazionale scopriamo qual è il ruolo dell’ONU e come questa organizzazione internazionale può reagire concretamente.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è un’unione di Stati a competenza generale e a vocazione universale, fondata nel 1945 alla fine della seconda guerra mondiale.
Gli obiettivi dell’organizzazione sono elencati all’art. 1 della Carta delle Nazioni Unite: mantenere la pace e la sicurezza internazionale, sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni, sulla base del rispetto dell’eguaglianza dei diritti e dell’autodeterminazione dei popoli; promuovere la cooperazione internazionale in materia economica, sociale e culturale ,nonché il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
L’ONU è stata operativa per la prima volta nel 1946 ed ha sede a New York all’interno del Palazzo di Vetro.
Ne fanno parte circa 193 Stati. Nel 2001 è stato conferito all’ONU e al suo Segretario generale di allora K. Annan il premio Nobel per la pace.
Esistono sia organi principali che sussidiari. I primi sono: l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, il Segretariato (avente a capo il Segretario generale delle Nazioni Unite) e la Corte internazionale di giustizia.
L’ ASSEMBLEA GENERALE
L’Assemblea è l’organo plenario del quale fanno parte tutti gli attuali 193 Stati membri, ciascuno dei quali ha un voto in virtù del principio dell’uguaglianza sovrana .
Dal punto di vista dell’organizzazione , si riunisce in sessioni ordinarie annuali, speciali e speciali d’emergenza.
Le delibere dell’Assemblea relative a questioni importanti sono adottate a maggioranza di due terzi dei Membri presenti e votanti, quelle relative ad altre questioni a maggioranza semplice.
Tra le varie competenze dell’Assemblea troviamo quelle di discutere in merito a qualsiasi questione che rientri nei fini delle Nazioni Unite e di indirizzare raccomandazioni agli Stati, membri e non membri dell’Organizzazione, nonché agli altri organi dell’ONU.
All’ Assemblea spetta inoltre di adottare il bilancio dell’Organizzazione e di ripartire le spese tra gli Stati membri, con effetti obbligatori per questi ultimi.
L’Assemblea esercita anche un ruolo importante nel funzionamento dell’ONU, potendo decidere , tra l’altro, sull’ammissione di nuovi Membri, sulla sospensione ed espulsione di Stati membri, sulla scelta dei Membri elettivi del Consiglio di Sicurezza e sull’elezione dei Membri del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite. Può anche istituire propri organi sussidiari.
L’azione dell’Assemblea è stata determinante soprattutto nel settore della decolonizzazione e in quello della promozione e tutela dei diritti umani .
Gli atti dell’Assemblea tuttavia hanno valore solo raccomandatorio.
II CONSIGLIO DI SICUREZZA
E’ composto da 15 membri, di cui 5 permanenti (Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti) e 10 non permanenti eletti ogni due anni dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Emirati Arabi Uniti, Albania, Brasile, Ghana e Gabon sono stati eletti nel 2021 come alcuni membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per il biennio 2022-2023.
Nell’elezione dei membri non permanenti, l’Assemblea deve prestare attenzione al contributo dei membri dell’ONU, al mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, nonché agli altri fini dell’Organizzazione e al criterio dell’equa distribuzione geografica.
In base alla procedura di voto i membri permanenti dispongono del potere di veto, che consiste nella possibilità di impedire, tramite voto contrario, l’adozione di una delibera da parte del Consiglio.
Al Consiglio è attribuita principalmente la responsabilità del mantenimento della pace sulla base del sistema di sicurezza collettiva imperniato sui capitoli VI (soluzione delle controversie) e VII (azioni rispetto alle minacce e violazioni della pace, e agli atti di aggressione) della Carta.
Il Consiglio, in generale, ha poteri di natura esclusivamente conciliativa, che si estrinsecano nel fare raccomandazioni alle parti di una controversia suscettibile di mettere in pericolo la pace o la sicurezza internazionali.
Il Consiglio possiede però anche poteri di natura coercitiva, che possono estrinsecarsi, sulla base dell’accertamento di una minaccia alla pace, di una violazione della pace o di un atto di aggressione, nell’adozione di misure preventive o di misure dirette contro gli Stati trasgressori, sia di natura economica sia comportanti l’uso della forza militare.
La Sicurezza collettiva è il Sistema istituzionalizzato di coercizione, diretto contro gli Stati responsabili di minacce alla pace, violazione della pace e atti d’aggressione, delineato dal capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite del 1945.
La Carta prevede che il Consiglio, una volta accertata la presenza di una minaccia alla pace, di una violazione della pace, o di un atto di aggressione, possa intraprendere le misure adatte per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionali.
A seconda del caso, esse consistono in misure provvisorie, misure che non prevedono l’uso della forza e misure implicanti l’uso della forza.
Il Consiglio potrà dapprima fare raccomandazioni o decidere sulle misure ex art. 41, invitare le parti interessate a ottemperare a quelle misure provvisorie che esso consideri necessarie o desiderabili (tipico esempio, l’invito a cessare il fuoco, rivolto alle parti in conflitto).
L’art. 41 prevede le misure quali l’embargo o l’interruzione delle relazioni economiche.
E’ molto importante l’art. 42 che recite che : “Se il Consiglio di Sicurezza ritiene che le misure previste nell’articolo 41 siano inadeguate o si siano dimostrate inadeguate, esso può intraprendere, con forze aeree, navali o terrestri, ogni azione che sia necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale. Tale azione può comprendere dimostrazioni, blocchi ed altre operazioni mediante forze aeree, navali o terrestri di Membri delle Nazioni Unite”.
Ad esempio misure implicanti l’uso della forza sono state decise dal Consiglio di sicurezza per fronteggiare la minaccia del terrorismo internazionale (intervento in Afghanistan, 2001), o per porre fine a gravi e massicce violazioni dei diritti umani nel corso di una guerra civile (intervento in Libia, 2011).
Al sistema di sicurezza collettiva contribuiscono anche le organizzazioni internazionali regionali competenti per il mantenimento della pace, quali, ad esempio, l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, l’Unione Europea, l’Unione Africana, etc.; tuttavia le organizzazioni regionali non possono intraprendere azioni coercitive senza la previa autorizzazione del Consiglio di sicurezza dell’ONU
Il CONSIGLIO ECONOMICO E SOCIALE DELLE NAZIONI UNITE
(detto anche ECOSOC) è l’organo delle Nazioni Unite con la competenza principale sulle relazioni e le questioni internazionali economiche, sociali, culturali, educative e sanitarie, e di coordinamento dell’attività economica e sociale delle Nazioni Unite e delle varie organizzazioni ad esse collegate.
IL SEGRETARIO GENERALE ONU A CAPO DEL SEGRETARIATO
È l’organo individuale posto al vertice del Segretariato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Viene eletto dall’Assemblea generale su proposta del Consiglio di sicurezza.
Di norma è eletto per un periodo di 5 anni, con possibilità di rielezione.
Il Segretario generale svolge sia funzioni amministrative che politiche. In qualità di più alto funzionario amministrativo, al Segretario generale sono attribuiti i compiti rientranti nella sfera organizzativa, tecnica, finanziaria e di rappresentanza delle Nazioni Unite.
In quest’ ambito spetta ad esso preparare il lavoro degli organi principali, partecipare alle loro riunioni e distribuire la relativa documentazione.
Altre attività riguardano l’elaborazione del bilancio ,l’amministrazione finanziaria dell’ONU, la convocazione delle sessioni speciali dell’Assemblea, la nomina del personale, la registrazione e pubblicazione dei trattati internazionali conclusi dagli Stati membri e la preparazione della lista per l’elezione dei giudici della Corte internazionale di giustizia.
Nel campo delle relazioni esterne, il Segretario generale conclude accordi internazionali con gli Stati, membri o non membri, e con altre organizzazioni internazionali.
Le sue funzioni politiche sono esercitate su delega dell’Assemblea generale e del Consiglio di sicurezza o in modo autonomo.
Le funzioni politico-diplomatiche delegate (quali buoni uffici, mediazioni, inchieste) riguardano il regolamento di controversie, l’organizzazione e la direzione delle operazioni di mantenimento della pace. Ha anche la facoltà di richiamare l’attenzione del Consiglio di sicurezza su qualunque questione che possa minacciare il mantenimento della pace.
Attualmente questo incarico è ricoperto dal portoghese Antonio Guterres che è stato riconfermato per un secondo mandato.
Come egli stesso afferma: “ Sono consapevole delle immense responsabilità che mi state affidando in un momento così critico della storia, all’apice di una nuova era. Siamo a un bivio, stiamo scrivendo la storia con le scelte che facciamo in questo momento, e può andare in due modi: collasso e crisi perpetua o svolta e prospettiva di un futuro più verde, più sicuro e migliore per tutti”, ha detto Guterres.
“Senza dubbio, i compiti che ci aspettano sono colossali, ma sono fiducioso che possiamo affrontare le sfide che ci troviamo davanti”, ha proseguito. Il riconfermato segretario generale ha così concluso: “Dobbiamo fare tutto il possibile per superare le attuali divisioni geostrategiche e relazioni di potere disfunzionali”.
LA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA
E’ il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite ed ha sede nel Palazzo della Pace all’Aja, nei Paesi Bassi.
Il tribunale ha il potere sia di dirimere le controversie sia di fornire pareri consultivi.
La Corte è composta da 15 giudici che restano in carica nove anni con due possibilità di rielezione. La Corte tiene le elezioni a rotazione per garantire coerenza, con un terzo dei giudici in attesa di essere rieletto o ritirato ogni tre anni. Nessun giudice in carica contemporaneamente può essere della stessa nazionalità.
GLI ORGANI SUSSIDIARI
Istituiti dagli organi principali tramite una delibera ad hoc, non hanno carattere permanente e svolgono le funzioni loro attribuite dagli organi principali.
Tra gli organi sussidiari più rilevanti figura l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati guidato attualmente da Filippo Grandi.
Nel 2005 sono stati istituiti due nuovi rilevanti organi sussidiari: il Consiglio per i diritti umani, anch’esso dipendente dall’Assemblea e la Commissione per il peace-building, organo comune dell’Assemblea generale e del Consiglio di sicurezza.
In campo politico-sociale l’azione dell’ONU si è rivelata di notevole incisività soprattutto nel processo di decolonizzazione, nel periodo che va dalla metà degli anni 1950 alla fine degli anni 1960.
Nell’ambito dei diritti umani , nel corso degli anni, è stata elaborata e adottata in seno all’ONU una serie di importanti atti normativi, intesi a promuovere uno standard minimo di rispetto dei principali diritti umani e a condannare le più gravi violazioni di tali diritti.
Tra questi atti troviamo: La Dichiarazione universale dei diritti dell’ uomo, la Convenzione contro il genocidio, la Dichiarazione e Convenzione contro la discriminazione razziale, Il Patto internazionale sui diritti civili e politici e quello sui diritti economici, sociali e culturali , la Convenzione contro l’apartheid, la Dichiarazione e Convenzione contro la tortura e la Moratoria universale della pena di morte.
In secondo luogo, l’organizzazione si è impegnata nella denuncia e nella condanna di singoli paesi che violassero sistematicamente i più elementari diritti dell’uomo.
L’intervento più continuo ed efficace si è avuto nei confronti di Sudafrica e Rhodesia (odierno Zimbabwe) per il regime di apartheid; ma ripetute sono state pure le denunce nei territori occupati o nei confronti di dittature militari come quelle di alcuni paesi latino-americani negli anni 1970-80.
RISOLUZIONI ONU
La risoluzione delle Nazioni Unite è l’atto giuridico più importante che l’Organizzazione delle Nazioni Unite possa adottare. Sebbene qualsiasi organismo dell’ONU possa emettere risoluzioni, di fatto queste vengono proclamate solo dal Consiglio di sicurezza oppure dall’Assemblea generale e vengono distinte secondo la loro origine in Risoluzioni del consiglio di Sicurezza e Risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Una risoluzione del Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite è una risoluzione votata dai quindici membri del Consiglio di sicurezza.
Una risoluzione è approvata se è votata da nove o più membri e se non è stato posto il veto da nessun membro permanente del consiglio di sicurezza.
Una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite è una decisione o una dichiarazione votata da tutti gli stati membri delle Nazioni Unite nella Assemblea Generale .
Per le risoluzioni dell’Assemblea Generale di solito è richiesta una maggioranza semplice (50 % di tutti i voti più uno) per essere approvate.
Tuttavia, se l’Assemblea Generale determina che la questione è una “questione importante”, è richiesta una maggioranza di due terzi.
Questioni importanti sono quelle che riguardano in modo significativo il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, l’ammissione di nuovi membri alle Nazioni Unite, la sospensione dei diritti e dei privilegi di appartenenza, l’espulsione di membri, il funzionamento del sistema di amministrazione fiduciaria o questioni di bilancio.
Sebbene le risoluzioni dell’Assemblea Generale siano generalmente non vincolanti nei confronti degli Stati membri, le risoluzioni interne possono essere vincolanti per il funzionamento dell’Assemblea Generale stessa, ad esempio per quanto riguarda le questioni di bilancio e procedurali.
MISSIONI DI PEACEKEEPING
Le missioni di pace sono gestite dal Dipartimento per le operazioni di pace, con sede presso il Palazzo di vetro a New York. Nel 1988 le Forze internazionali di pace dell’ONU hanno ottenuto il premio Nobel per la pace.
Le operazioni di peacekeeping portate avanti dalle Nazioni Unite hanno lo scopo di aiutare i Paesi colpiti da conflitti a creare le condizioni per una pacificazione stabile e sostenibile.
I peacekeeper possono essere soldati, ufficiali di polizia e personale civile messi a disposizione dell’ONU dagli Stati membri .
Essi monitorano l’evoluzione del processo di pace instaurato al termine del conflitto ed aiutano le parti ad implementare gli accordi di pace firmati.
La creazione di missioni di pace spetta al Consiglio di Sicurezza. Normalmente esse sono eseguite da personale che opera sotto le insegne dell’ONU.
Anche se in alcuni casi, il Consiglio di Sicurezza può autorizzare organizzazioni regionali, come la NATO o la ECOWAS, o coalizioni di Stati a compiere operazioni di mantenimento della pace o imposizione della pace.
QUANDO L’ONU PUO AGIRE CON LA FORZA:
Il regime giuridico internazionale relativo all’uso della forza è radicalmente cambiato con l’entrata in vigore, il 24 ottobre 1945, della Carta delle Nazioni Unite che ha sostanzialmente portato a compimento il processo finalizzato a limitare e bandire il ricorso alla guerra iniziato con il Patto della Società delle Nazioni del 1919 e proseguito con la conclusione del Patto Kellogg-Briand del 27 agosto 1928 (che, pur prevedendo che le controversie dovessero essere risolte in modo pacifico, non bandiva espressamente le misure non implicanti l’uso della forza).
Il sistema di sicurezza collettiva delle Nazioni Unite è incentrato su un divieto generale dell’uso della forza armata (esteso anche alla sua minaccia) stabilito dall’art. 2, par. 4 della Carta (che si riflette nell’obbligo di soluzione pacifica delle controversie tra Stati membri e che prevede come un’unica eccezione quella della legittima difesa individuale e collettiva
Nel diritto internazionale, la legittima difesa (quale diritto di uno Stato di opporre una reazione armata, anche con l’assistenza di Stati terzi, a difesa della propria integrità territoriale e indipendenza politica ) è contemplata da una norma consuetudinaria che trova conferma nell’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite.
La legittima difesa è infatti un’eccezione al divieto dell’uso della forza previsto nell’art. 2, par. 4, della Carta .
L’art. 51 citato ribadisce il «diritto naturale» alla legittima difesa individuale o collettiva, nel caso in cui si verifichi un attacco armato contro un membro delle Nazioni Unite, fintantoché il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionali.
Le misure adottate dagli Stati membri nell’esercitare la legittima difesa devono essere all’istante fatte conoscere al Consiglio di sicurezza e possono essere mantenute soltanto finché il Consiglio non prenda le decisioni necessarie per ristabilire la pace.
Nell’ambito di questo sistema il monopolio dell’uso della forza è attribuito al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che, a partire dall’ultimo decennio del 20° secolo, ha autorizzato gli Stati membri, in vari casi, a ricorrere all’uso della forza uti singuli o nell’ambito di organizzazioni internazionali regionali.
L’ONU PER NEGOZIARE LA PACE
L’ONU appare quindi, alla luce di questa disamina, il soggetto istituzionalmente più autorevole per un negoziato di pace tra Russia e Ucraina, entrambi facenti parte delle Nazioni Unite, ponendo fine ad una guerra le cui conseguenze si avvertono già in tutto il mondo.
FONTI:
- https://www.treccani.it/
- https://www.un.org/
- Carta delle Nazioni Unite
- https://www.rainews.it/
- https://italyun.esteri.it/rappresentanza_onu/it/l_italia_e_l_onu/assemblea-generale
- https://www.unicef.it/
Grazia Crocco