In Veneto il primo treno del futuro

Hyperloop è il treno a lievitazione magnetica del futuro. La notizia molto importante è che di recente c’è stato un accordo fra il Mims (ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili), la Regione Veneto e Cav (Concessioni autostradali venete) per arrivare alla prima messa a terra in Europa di questa tecnologia futuribile.

Questo «treno» è formato da capsule “sparate” in tubi a bassa pressione per minimizzare l’attrito dell’aria che possono raggiungere i 1.200 km orari. L’alchimia di Hyperloop si basa su motori a induzione o levitazione magnetica.

Di recente c’è stata l’approvazione da parte di Palazzo Balbi del protocollo d’intesa che -spiega l’ad di Cav l’ingegner Ugo Dibennardo- è «il primo atto formale in Europa su questo tema». Per essere precisi, la tecnologia in questione si chiama Hyper Transfer e viene definito «sistema di trasporto terrestre per merci e passeggeri, ultra veloce, a guida vincolata, in ambiente ad attrito limitato e resistenza aerodinamica controllata completamente sostenibile ed a basso consumo di energia».

E’ chiaro anche che su un progetto di questa portata serve e già c’è una forte volontà governativa.

Il presidente Luca Zaia ne ha parlato con il ministro Enrico Giovannini che ci crede molto.

Il Veneto si è messo a disposizione». “Il primato veneto– lo sottolinea lo stesso Zaia, in questo caso, è di portata europea: «L’approvazione di questo Protocollo segna un discrimine in materia di trasporti a livello nazionale ed europeo. Il Veneto è infatti la prima Regione in Europa ad avviare una simile sperimentazione volta a trasformare radicalmente la mobilità e le infrastrutture europee».

Certo c’è stata la sperimentazione a Tolosa, in Francia e quella al porto di Amburgo ma qui –spiega Dibennardo– si punta alla messa a terra, a una tratta funzionante lungo la vecchia Venezia-Padova. «Useremo la viabilità di servizio di Cav. Si partirà con una gara per individuare un partner tecnologico che fornirà il prototipo».

Il tratto individuato fa pensare a una prima fase dedicata al trasporto merci fra il porto di Venezia e l’interporto di Padova e la vicepresidente De Berti cita «il corridoio Mediterraneo che include anche l’interporto di Verona».

Il protocollo prevede anche l’individuazione da parte di Cav dell’operatore economico adatto per realizzare un’analisi e delle relative fasi di studio, alla valutazione sulla fattibilità dell’intervento e allo sviluppo dei livelli progettuali fino, se l’analisi sarà positiva, della realizzazione di un prototipo con sperimentazione su campo.

Che la natura del progetto punti a una concretizzazione effettiva lo sottolinea Zaia: «Oggi si pongono le basi per un futuro in cui la tecnologia applicata alla mobilità consentirà di pensare alla connettività e alla sostenibilità non più come ad una ipotesi avveniristica ma come una realtà concreta e quotidianamente fruibile da parte di tutti i cittadini».

Il prossimo step sarà, come già accennato la gara bandita da Cav per individuare un partner tecnologico che, spiega Dibennardo, «con noi fa le omologazioni e certificazioni per creare il primo collegamento realmente a impatto zero, i mezzi pesanti non avranno più motivo di camminare sull’asfalto».

Grazia Crocco

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