Friburgo nel sud della Germania, pittoresca città della Foresta Nera, è vivace, dinamica, cosmopolita e soprattutto giovane. Non solo perché città universitaria, ma anche perché ha uno spiccato spirito ecologista che appartiene ai giovani ed è proprio l’ideale per chi vive il presente con la mente ed il cuore rivolti al futuro.
Il rispetto dell’ambiente e la coscienza sociale diffusa tra i cittadini di Friburgo hanno spinto gli amministratori locali ad affrontare il problema dell’interdipendenza tra l’economia umana e l’ecosistema naturale.
Per preservare la qualità della vita in termini di salute, benessere sociale e confort, a Friburgo è sorto il c.d. eco quartiere, Vauban.Ha una dimensione nuova e la capacità di sostenersi da solo. La formula scelta è semplice, ma al contempo miracolosa: le case a Vauban producono energia pulita più di quanta effettivamente viene consumata da chi le abita e il surplus prodotto viene addirittura venduto alle compagnie elettriche. Il miracolo dove è? Basta alzare gli occhi e guardare il sole. Un’energia inesauribile, di immediata reperibilità, diecimila volte superiore a tutta l’energia usata nel complesso dagli uomini, non inquinante. A Vauban i pannelli solari, il riutilizzo dell’acqua con sistemi di filtraggio, le finestre triple che permettono di non accendere l’aria condizionata hanno determinato il raggiungimento di impatto ambientale zero.
Il confronto tra gli amministratori locali, i tecnici, i progettisti e la comunità ha fatto si che il rispetto del verde fosse una costante.
Le automobili private, ad esempio, non circolano grazie al potenziamento e l’efficienza dei mezzi pubblici e l’utilizzo delle biciclette. Insomma Friburgo ha capito, già da tempo, che fonti non esauribili nella scala dei tempi umani non pregiudica le risorse delle generazioni future e tende invece ad un obiettivo primario: il diritto di vivere in un ambiente salubre.
Ai detrattori che giudicano con sospetto il modello della green city, a coloro che ritengono aleatoria, non programmabile e ad intermittenza l’energia prodotta da fonti rinnovabili, si possono contrapporre dati reali come l’abbattimento delle sostanze nocive di scarto in percentuale molto superiore a quella minima imposta; nuovi posti di lavoro creati grazie a nuovi studi di economia ambientale; taglio delle importazioni di energia da combustibili fossili con ripercussione sulla spesa pubblica per l’acquisto dai Paesi produttori a favore di investimenti nelle tecnologie a basse emissioni di CO2; stoccaggio per l’immagazzinamento dell’energia pulita prodotta in eccedenza.
La green economy quindi si coniuga bene con: sicurezza, salute, socialità e prosperità economica; insomma, il virtuosismo di Friburgo è tutto da replicare.
Alessandra Attisani