Primo trattamento al mondo per prevenire insufficienza renale acuta

Per la prima volta al mondo presso l’Ospedale San Raffaele di Milano uno studio internazionale ha scoperto un trattamento speciale in grado di prevenire l’insufficienza renale acuta che è una condizione più frequente e mortale dell’infarto, che può insorgere nei pazienti sottoposti a intervento chirurgico e può evolvere in malattia renale cronica. 

L’insufficienza renale acuta, è presente nel 10-15% di tutti i pazienti ospedalizzati a livello globale (circa mezzo miliardo all’anno) e nella metà dei ricoverati in terapia intensiva.

Lo studio è stato coordinato da Giovanni Landoni- direttore del Centro di ricerca Anestesia e Rianimazione del San Raffaelee da Alberto Zangrilloprimario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale, Cardio-Toraco-Vascolare, dell’Area Unica di Terapia Intensiva Cardiologica e Cardiochirurgica e Referente Direzionale Aree Cliniche dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

Nello specifico questa rivoluzionaria ricerca, che è stata anche pubblicata sulla rivista New England Journal of Medicine (Nejm), “ha dimostrato per la prima volta – spiegano i medici del San Raffaele – l’efficacia della somministrazione endovenosa di amminoacidi per prevenire la comparsa di Ira in seguito a intervento chirurgico con bypass cardiopolmonare“.
Lo studio internazionale è stato coordinato dall’IRCCS Ospedale San Raffaele e finanziato dal ministero della Salute italiano.

Sono stati coinvolti circa 3511 pazienti e questa ricerca è stata condotta in collaborazione con alcuni centri italiani e del mondo, ed in particolare da Rinaldo Bellomo, professore di Terapia intensiva dell’università di Melbourne (Australia).

I ricercatori hanno somministrato per via endovenosa la terapia di amminoacidi a un primo gruppo di 1.759 pazienti adulti che si stavano sottoponendo ad un intervento di chirurgia cardiaca con bypass cardiopolmonare e nei 3 giorni successivi l’intervento. Ai restanti 1.752 è stato somministrato,invece, un placebo.

L’insufficienza renale acuta si è verificata in 474 pazienti del gruppo che ha ricevuto il farmaco (26,9%) e in 555 pazienti del gruppo placebo (31,7%). Nel gruppo trattato si è registrata una riduzione del 5% della probabilità di Ira.

Il professor Alberto Zangrillo ha affermato che: “”I dati che abbiamo raccolto con questo studio confermano che la terapia con gli aminoacidi è in grado di prevenire l’insufficienza renale acuta. Da oggi potremo studiare e forse applicare questi risultati non solo agli interventi chirurgici effettuati con bypass, ma anche a chi soffre di insufficienza cardiaca, a chi si sottopone a trapianto di rene e a chi ha un’insufficienza renale in corso”.
 Dall’ospedale milanese affermano che: “”il corpo e gli organi dei pazienti che affrontano un intervento chirurgico sono sottoposti ad uno stress acuto e diversi studi affermano che a risentire dello stress operatorio sono soprattutto i reni, in quanto si riduce la perfusione renale e aumenta il rischio di sviluppare insufficienza renale acuta (IRA), che può successivamente evolvere in malattia renale cronica“.   

Abbiamo visto che, somministrando una soluzione di amminoacidi per via endovenosa dal momento immediatamente precedente all’operazione fino a 3 giorni post-intervento, il rene è in grado di mantenere una buona perfusione ottimizzando l’ossigenazione renale e la filtrazione glomerulare, diminuendo quindi di molto la probabilità che insorga un’Ira”, afferma Landoni.

Questa ricerca sta aiutando e aiuterà tanti pazienti.

Grazia Crocco

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