Il modello islandese per il benessere giovanile è lodevole e da imitare. Questo Paese è infatti riuscito , in circa 20 anni, grazie a spot e delle politiche giovanili a ridurre progressivamente le varie dipendenze nocive dei più giovani.
Il consumo di cannabis tra i giovani che hanno 15 e 16 anni è diminuito notevolmente dal 17% al 7% mentre quello dell’ alcool è passato dal 42% al 5%.
Anche i giovani che fumano sigarette sono diminuiti passando dal 23% al 3%.
Questo importante piano si è basato su alcune importanti ricerche
di un professore di psicologia chiamato Harvey Milkman che oggi insegna all’università di Reykjavik.
Nel 1992 il governo islandese ha ideato un programma nazionale grazie all’aiuto di genitori e scuole dal nome “Youth in Iceland”.
In questo modo il consumo di alcool e tabacco è divenuto illegale per i minorenni.
In Islanda , nel corso degli ultimi anni , è aumentato anche il numero di giovani che praticano sport.
Secondo il Professor Milkman , in generale, le dipendenze giovanili deriverebbero da stress, ansia e anche dalla diffusa incapacità dei singoli individui di gestire in maniera corretta questi due stati d’animo.
Così l’Islanda ha adottato un modello di prevenzione basandosi sulla comunità (community-based), per migliorare gli stili di vita e la qualità delle relazioni sociali e familiari riducendo al minimo la possibilità dei più giovani di incappare nell’uso di sostanze psicotrope e – nel caso – di diventarne dipendenti.
Per ottimizzare il piano le varie istituzioni scolastiche hanno ricevuto ingenti finanziamenti al fine di permettere ai ragazzi di svolgere attività sportive ed artistiche extracurriculari e le varie famiglie sono state incentivate economicamente per consentire ai figli di svolgere corsi e sport nelle ore pomeridiane.
In particolare le famiglie a basso reddito hanno ricevuto aiuti per l’ inserimento dei figli all’interno di gruppi sportivi, artistici e culturali.
In questo modo tutti i ragazzi si sono sentiti parte di un gruppo , di buon umore e senza l’esigenza di utilizzare droghe.
Importante è stato anche il ruolo dei genitori di tanti ragazzi che si sono impegnati a stare più ore con i propri figli per educarli al meglio e stargli vicino.
Lo scopo è stato sempre quello di evitare che i giovani trasgredissero e cedessero alle dipendenze.
Grazie a questo piano i risultati sono stati sorprendenti e la maggiore parte dei giovani islandesi hanno riempito le loro vite di cose sane e salutari.
E’ un modello che potrebbe essere seguito imitato anche da altre nazioni, alle prese con la diffusione di pericolose dipendenze e devianze giovanili.
Grazia Crocco