Secondo un recente rapporto Mc Kinsey, nel periodo 2022-2027, si avrà circa un raddoppio della media annuale di investimenti in infrastrutture in Italia.
Da una media storica annuale di circa sei miliardi di euro si passerebbe a circa 13 miliardi.
Si è calcolato che per un miliardo di investimento nel settore costruzioni, ad esempio, si possono realizzare circa 16 mila posti di lavoro ogni anno.
14 mila solo nel settore ingegneristico.
In soli sei anni l’impatto atteso sarebbe, quindi, di circa 140 mila posti di lavoro.
Gli interventi previsti recentemente dal Mims nel Def ammontano a 298,5 miliardi di euro.
Le opere considerate prioritarie in Italia riguardano innanzi tutto il settore della mobilità e della logistica (279,4 miliardi di euro).
In particolare 83,5 miliardi riguarderanno investimenti in strade ed autostrade; 147,4 miliardi in ferrovie e nodi urbani; 10,1 miliardi si riferiranno ai porti mentre gli aeroporti beneficeranno di 3,2 miliardi.
Al trasporto di massa nelle città, tra cui metropolitane e ciclovie, andrà la cifra di circa 35 miliardi.
I dati ci parlano di investimenti davvero notevoli che impatteranno positivamente sulla qualità di vita dei cittadini.
Se guardiamo al settore trasporti, le novità sono davvero importanti.
Gli investimenti nel settore ferroviario, per esempio, sono ingenti e mirati al potenziamento dei servizi passeggeri a lunga percorrenza, al miglioramento dei servizi del traffico regionale (annoso problema) e allo sviluppo del traffico merci.
Pensiamo anche alla riduzione dell’emissione di gas che questi interventi comporteranno nel prossimo futuro. Migliorerà la qualità dell’aria che respiriamo e vi sarà un importante risparmio energetico ed economico per il nostro paese.
Riguardo alle strade e alle autostrade, infine, possiamo già immaginarle interconnesse alle auto a guida autonoma, il che ci garantirà di viaggiare in maggiore libertà e sicurezza.
Cristina Palumbo Crocco