Il futuro della raccolta dei rifiuti urbani? Le “isole interrate”

Il futuro è già qui, verrebbe voglia di dire quando, passeggiando per le vie della propria città, anziché vedere lo scempio di cassonetti dei rifiuti sempre pieni, usurati e circondati da sacchetti e oggetti di ogni tipo, non vedi nulla o…quasi.

Il futuro della raccolta, anche differenziata, dei rifiuti urbani sono le “isole interrate”.

Queste isole ecologiche sono costituite da un certo numero di torrini, in cui si possono versare i diversi tipi di rifiuti (carta, vetro, umido, ecc.) in qualsiasi ora della giornata. Ogni torrino è dotato di una campana interrata (generalmente grande quanto due vecchi cassonetti).

Con una frequenza minore rispetto alla tradizionale raccolta, vengono svuotati nelle modalità previste dalle amministrazioni cittadine, con un risparmio non indifferente per il bilancio dei comuni. Altri vantaggi dell’uso di questa nuova struttura sono facilmente immaginabili: scompaiono i maleodori; le campane interrate contengono più rifiuti che quindi diventano invisibili all’occhio umano.

Le isole, inoltre, si autoigienizzano. In Italia già molti comuni si sono dotati di “isole ecologiche”. Pensiamo, ad esempio, alle cittadine della Val di Susa, oppure alle città di Lucca e Belluno che hanno “ripulito” letteralmente i loro quartieri dall’inestetica e pericolosa per la salute giacenza dei rifiuti urbani.

I tempi per realizzare le isole? Al netto delle incombenze burocratiche, circa 40 giorni.

Cristina Palumbo Crocco

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