Finalmente pace in Libia. Il nuovo governo, risultato da negoziati mediati dall’ONU, ha sostituito i due governi che si erano divisi, armi alla mano, il controllo della Libia negli ultimi anni: quello di Fayez al Serraj, con sede a Tripoli (nell’ovest del paese), e quello che faceva riferimento al maresciallo Khalifa Haftar, con sede a Tobruk (nell’est della Libia).
I colloqui dell’ONU erano stati accelerati dopo la sconfitta militare di Haftar, seguita al fallimento del suo tentativo di conquistare Tripoli e imporre il suo potere su tutta la Libia.
Abdul Hamid Dbeibah è il nuovo premier del governo transitorio libico con il compito di portare la Libia alle elezioni a dicembre 2021.
Ha giurato davanti al parlamento di Tobruk, a 1.300 chilometri da Tripoli nell’est del Paese. Il neo premier e i suoi ministri hanno giurato in una cerimonia trasmessa in streaming da una tv libica. Dbeibah ha giurato “di preservare l’indipendenza della Libia, la sua sicurezza e la sua integrità territoriale”, insieme ai 33 ministri e due vice ministri.
Dbeibah è stato scelto quale nuovo primo ministro dopo una votazione tenuta il 6 febbraio scorso durante una riunione del foro di dialogo sulla Libia. In quella sede la sua lista, che indicava Mohammed Al Manfi quale nuovo capo del consiglio presidenziale, ha ottenuto una maggioranza semplice.
Il giuramento è stato seguito da un discorso del presidente del parlamento, Aqila Saleh, che fra l’altro ha esortato a mettere fine alle divisioni e a voltare pagina col passato.
A seguire, ha preso la parola anche il capo del nuovo consiglio presidenziale, Mohammad Younes Menfi.
Oltre Mohammed Menfi, erano presenti anche gli altri due componenti dell’organismo, Abdullah Al-Lafi e Al-Kouni, eletti in occasione del forum di dialogo politico.
Alla seduta della camera dei rappresentanti ha partecipato anche il capo dell’alto consiglio di stato, Khalid Al-Mishri.
Dbeibah, è stato nominato per guidare il braccio esecutivo del governo ad interim, che include anche un consiglio presidenziale composto da tre membri, presieduto da Mohammad Younes Menfi, diplomatico libico dell’est del paese.
L’ esecutivo di Dbeibah dovrebbe di fatto essere rappresentativo delle diverse aree geografiche e segmenti sociali della Libia.
Dbeibah dovrà affrontare diversi problemi, tra cui la presenza di soldati e miliziani stranieri in territorio libico.
Il nuovo governo possiede una larga maggioranza tra le varie forze politiche e locali che hanno accordato all’esecutivo una fiducia molto ampia, blindandolo di fatto per almeno i prossimi mesi. L’esito del voto parlamentare è una vera e propria schermatura per Dbeibah e i suoi 33 ministri.
Tra i nomi più importanti del governo, a spiccare sono quelli di Najlaa al Manqoush, prima donna libica a guidare il ministero degli Esteri, e Khaled Tijani Mazen, quest’ultimo neo ministro dell’Interno.
Non è stato invece assegnato il ministero della Difesa, mentre sarà operativo un ministero del petrolio, al cui vertice è stato nominato Muhammad Ahmad Muhammad Aoun.
Il mandato del governo è a termine per cui il neo premier,secondo il piano elaborato dalle Nazioni Unite, dovrà limitarsi a gestire la transizione in vista delle previste elezioni del 24 dicembre 2021.
Per il Paese nordafricano la fiducia accordata a questo nuovo esecutivo è un passo sulla carta molto importante.
Questo esecutivo, insediatosi da poco è riconosciuto anche dall’est, del paese; cosa mai successa negli ultimi 10 anni di intensa guerra.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto, di recente, una conversazione telefonica con il primo ministro libico, Dbebibah. Nel richiamare il percorso di transizione istituzionale e il recente voto di fiducia accordato al Governo di Unità Nazionale, Palazzo Chigi ha confermato il pieno sostegno italiano all’ unità della Libia e al consolidamento della pace e della stabilità del Paese, nel quadro di un processo intra-libico sotto l’ egida delle Nazioni Unite.
Il presidente Draghi – riporta una nota di Palazzo Chigi – “ha esortato l’ interlocutore e il suo governo a concentrarsi sugli obiettivi prioritari quali la sicurezza e la prosperità dell’ amico popolo libico e dell’intera regione. Particolare attenzione è stata inoltre dedicata alle prospettive di ulteriore rafforzamento del partenariato bilaterale nei diversi settori di comune interesse“.
La Farnesina, in una nota esprime “grande soddisfazione” per il voto, e sottolinea che si tratta di un “risultato importante e incoraggiante sul percorso di normalizzazione del Paese che apre la strada ad una effettiva transizione istituzionale nel segno dell’unità della Libia”. “
“Il governo ad interim ha adesso il grande compito di preparare tutto il Paese per le elezioni”, ha ricordato il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas.
Grazia Crocco