Sorgerà a Casaccia, alle porte di Roma, la prima Hydrogen Valley italiana. L’hub per la produzione, il trasporto, l’accumulo e l’utilizzo del gas propellente del futuro troverà ospitalità presso la sede dell’Enea avendo in “dote” un investimento da 14 milioni di euro da Mission Innovation, programma internazionale con 22 nazioni e la Ue per la ricerca sulle tecnologie pulite.
II Centro si estenderà su oltre 100 ettari, con circa 1000 ricercatori, infrastrutture e laboratori di ricerca e consentirà così una sperimentazione multi-level per alimentare utenze di tipo diverso, dai mezzi per la movimentazione delle merci, ai bus, alle automobili in uso presso la struttura.
All’interno dell’incubatore potrà essere utilizzato idrogeno puro e in miscela con gas naturale per la produzione di energia elettrica; verranno, infatti, messe a punto miscele idrogeno-metano da immettere nella rete interna di distribuzione del gas e sarà realizzato un “idrogenodotto” locale dedicato al trasporto di idrogeno puro in pressione.
“Si tratta di una piattaforma polifunzionale, inclusiva, in cui ci occuperemo di idrogeno a 360 gradi, per accelerare ricerca e innovazione e mettere a disposizione dell’industria infrastrutture hi-tech per arrivare a colmare il gap fra scala di laboratorio e industriale”, spiega Giorgio Graditi, Direttore del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili dell’ENEA e rappresentante ENEA all’interno della European Clean Hydrogen Alliance.
Oggi l’idrogeno verde può essere ottenuto da diverse fonti di energia rinnovabile, come il fotovoltaico e l’eolico. L’Enea sperimenterà nuove tecnologie per la produzione, attraverso l’utilizzo dei rifiuti (biomasse residuali) e l’impiego del calore rinnovabile a media-alta temperatura prodotto da impianti solari a concentrazione.
Il progetto punta in particolar modo alla realizzazione della decarbonizzazione del settore mobilità, sostenendo così attivamente uno dei filoni enunciati nelle linee guida della “Strategia nazionale sull’idrogeno” approvata dall’Italia nei mesi scorsi al fine di comporre un quadro composito all’interno del più articolato PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) e sviluppando uno degli obiettivi inclusi nella Direttiva Europea 2014/94, recepita dal DLgs. 16 dicembre 2016 n. 257, circa la realizzazione di un numero adeguato di punti di rifornimento accessibili al pubblico entro il 31 dicembre 2025. (art. 5)
Un passo avanti importante poiché, come documenta, la ricerca realizzata da “The European House-Ambrosetti”, in collaborazione con Snam, l’idrogeno potrebbe arrivare a coprire il 23% della domanda finale di energia al 2050.
Dati i sensibili margini di crescita, società molto importanti si sono spinte ad investire nel settore. Tra queste Cdp, Enel, Eni, Italgas, Maire Tecnimont, Saipem e Snam. Poi naturalmente le realtà più attive nel settore dei trasporti, come FS, Ferrovie Nord e tra i costruttori, Alstom. Fincantieri sta invece sperimentando l’utilizzo dell’idrogeno nell’ambito della cantieristica navale. Le multiutility come A2A, Iren, Edison ed Hera, Danieli, Leonardo, Saras e Tenaris risultano inoltre fortemente impegnate nell’applicazione di questa fonte energetica “verde” nella siderurgia e nel comparto della raffinazione.
Per maggiori informazioni:
https://www.enea.it/it/Stampa/comunicati/energia-enea-punta-a-una-hydrogen-valley-nazionale-da-14-milioni-di-euro
DLgs. 16 dicembre 2016 n. 257 – https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/01/13/17G00005/sg
Monica Pinata