Giuseppe Bungaro è un ragazzo prodigio che già all’età di 15 anni ha avviato una collaborazione con un importante gruppo che opera nell’ambito cardiologia interventistica e della cardiochirurgia.
Lo scorso novembre gli è stato conferito il Premio internazionale what’s up Giovani Talenti per la ricerca scientifica. Bungaro è nato nel 2000 ed è diventato famoso per aver ideato un progetto riguardante un nuovo tipo di protesi vascolare in grado di ridurre le complicanze post operatorie di un’angioplastica.
Giuseppe spiega che :“L’idea è quella di un nuovo tipo di stent ideato con un materiale biocompatibile. All’interno della protesi vi sono delle nanotecnologie che le conferiscono particolari proprietà”, spiega Bungaro maneggiando il linguaggio medico con una scioltezza inusuale per un ragazzo di 19 anni. “Ritengo che le nanotecnologie siano la frontiera del futuro e che la ricerca debba spostare i suoi orizzonti verso questa nuova e affascinante frontiera”.
A soli 18 anni riesce a vincere la competizione nazionale “I giovani e le scienze”, che gli apre le porte dell’Expo-Sciences Europe. In quella occasione ottiene l’accesso alle Olimpiadi internazionali dei progetti scientifici di Istanbul e si aggiudica la medaglia d’oro.
Nel novembre 2018 viene inserito perfino tra le 100 Eccellenze Italiane, il progetto editoriale curato dall’editore Riccardo Dell’Anna, e nel marzo 2019 viene nominato Alfiere della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella.
La sua passione per la cardiologia nasce da problematiche familiari che lo hanno colpito anche in prima persona. La voglia di capire quello che stava accadendo nella sua famiglia lo hanno spinto a interessarsi allo studio del cuore: “È un mondo affascinante ancora non del tutto esplorato”. Il percorso di Giuseppe Bungaro è cominciato da autodidatta, cercando di apprendere quanto più possibile dai libri e dal web.
Ma è l’incontro avuto con due grandi professionisti della medicina che gli cambia la vita : Fausto Castriota, responsabile interventistica cardiovascolare e strutturale cardiologia dell’Humanitas di Bergamo, e Luigi Specchia, cardiochirurgo al Città di Lecce Hospital. “Mi hanno guidato e insegnato tantissimo”, racconta il talento. “Percepisco l’ambiente in cui continuo a formarmi come una famiglia: chiunque, medici e infermieri, cercano di lasciare un qualcosa dentro di me”.
Uno dei riconoscimenti più importanti che ha avuto è stato quello di essere stato nominato Alfiere della Repubblica dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Penso che sia fantastico pensare che la nostra nazione punti molto sui giovani e non ritengo che sia solo un mio risultato, ma è il frutto di tanto lavoro portato avanti dalla mia famiglia e dai medici che hanno creduto in me e che continuano a farlo in qualsiasi modo”, afferma lo scienziato.
Adesso Giuseppe Bungaro si è iscritto alla facoltà di Biologia dell’Università Politecnica delle Marche: il suo obiettivo è quello di portare avanti gli studi universitari parallelamente alle attività che svolge da autodidatta dall’età di 15 anni. Conciliare gli impegni non sarà facile, ma l’intenzione è quella di continuare “a fare grandi cose” con passione e forza di volontà. “Solitamente quando ritorno a casa in Puglia torno sempre in quella clinica che è diventata come una seconda casa”, conclude Bungaro. “Ho tanti progetti per il futuro, ma penso che abbiano tutti un unico denominatore: la salute del prossimo. È essenziale puntare sulla divulgazione scientifica, in particolare sulla prevenzione. Vorrei poterlo fare su larga scala, coinvolgendo quante più persone possibile. È un progetto che ho in mente da un po’ e spero di realizzarlo al più presto”.
Grazia Crocco