Quando è possibile riciclare un’autostrada

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Sono oramai in fase di ultimazione i lavori di ammodernamento ed ampliamento della dell’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, il cui progetto Anas prevede, tra l’altro, l’abbattimento delle vecchie corsie in dismissione nel tratto tra Scilla e Bagnara che ricadono in una delle zone costiere più belle e panoramiche della Provincia di Reggio Calabria.

Alcuni tratti del percorso originario, con una serie di eleganti viadotti progettati da famosi architetti come Nervi, Zorzi e  Morandi, offrono spettacolari viste, da un lato sul paesaggio agricolo terrazzato e per larghi tratti ancora intatto e, dall’altro, sullo spettacolare scenario del mare con la costa calabrese, lo Stretto, la Sicilia e le Eolie.

Da queste considerazioni nasce l’idea-progetto Parco Solare Sud, sostenuta dall’Assessorato Regionale all’Urbanistica e Governo del Territorio della Regione Calabria con l’intento di ispirare strategie ed azioni per valorizzare il territorio, riscoprire i paesaggi della Calabria ed intervenire sugli ecomostri.
Prende così corpo l’idea per il riuso dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, nei tratti predestinati all’abbattimento, che da fonte di inquinamento sarebbe potuta divenire fonte di energia rinnovabile: riduzione dell’impatto ambientale evitando la demolizione di milioni di metri cubi di materiale autostradale da smaltire, implementazione di sistemi di produzione di energia, utilizzo delle gallerie dismesse per la localizzazione di laboratori e dei componenti di accumulo e trasformazione dell’energia.

In particolare, si trae spunto dalla considerazione degli impatti economici ed ambientali che produrrebbe la demolizione dei tratti abbandonati dal nuovo tracciato ma anche dalle opportunità che la medesima infrastruttura offrirebbe se riconvertita ad altri usi.

Si va dall’implementazione di sistemi di produzione di energia (autostrada solare) all’utilizzo delle gallerie dismesse per la localizzazione dei componenti di accumulo e trasformazione dell’energia, alla trasformazione dell’intero tratto stradale tra Scilla e Bagnara in un vero e proprio laboratorio di ricerca “a cielo aperto e in galleria” per attività sperimentali e a scopo didattico ed anche per la valorizzazione naturalistica a scopi turistici grazie agli scorci panoramici unici offerti sulla Costa Viola.

Sono state raccolte quindi le idee per la realizzazione del “Parco Solare Sud – l’Autostrada Solare” e, in particolare, per la progettazione per ridefinire le funzioni in particolare dell’imponente viadotto di Favazzina.

Una delle idee di maggiore originalità è arrivata dallo studio JA-Architecture che ha immaginato di convertire i chilometri di autostrada in una mini città dotata di numerose infrastrutture moderne e ricca di innovazione. Il progetto di città verticale, prevede la realizzazione di una piattaforma con collegamenti verticali dalla sommità del viadotto fino al fondo della valle. Un nuovo concetto urbano che utilizza l’autostrada come uno scheletro su cui la città si arrampica, riuscendo ad integrare le strutture di piccole dimensioni con la grande infrastruttura.
Il team di architetti ha proposto una serie di villaggi verticali impilati uno sopra l’altro sotto il ponte creando una città galleggiante fantastica sotto una reliquia di ingegneria italiana, con vista mozzafiato a ogni turno. Il progetto si propone non solo di risparmiare al massimo sui costi di costruzione e di materiale il più possibile, ma vede anche lo sviluppo sostenibile, agendo come un eco-villaggio. L’acqua piovana verrà raccolta da ponti e filtrata in giù in botti per il consumo, la pulizia, e la cucina, mentre il vicino monte vulcanico Etna potrebbe provvedere a fornire geotermicamente il calore necessario.
Il progetto che è stato lanciato più come una provocazione e senza grandi pretese, in realtà non ha dato molto spazio alle richieste del bando in riferimento alla produzione di energia pulita come invece hanno fatto progetti italiani come “Solar Wind” che ha previsto l’integrazione di turbine eoliche alla struttura esistente.
L’importanza che hanno progetti come questo della JA Architecture è quella di portare a ripensare all’integrazione di infrastrutture di grandi dimensioni all’interno del territorio con un occhio alla sostenibilità energetica ed al rispetto del paesaggio.

Leonardo Annese

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